Il notariato ferrarese altomedievale è a tutt’oggi un campo di indagine inesplorato, a causa della conservazione di tante carte ferraresi fuori da Ferrara e della loro limitata disponibilità in edizione critica. A partire dal cantiere di lavoro sulle carte dell’archivio dell’abbazia di Pomposa, il contributo si propone di tentare alcune, prime riflessioni su tabellioni e notai ferraresi tra X e XII secolo. Entro l’universo della prassi documentaria ravennate di tradizione romanica, che rimane orgogliosamente conservatrice fin quasi alle soglie del XIII secolo, le mosse dei professionisti della periferia ferrarese si mostrano più aperti a innovazioni e influenze esterne. E l’analisi delle carte e degli scrittori, aggregabili nelle due aree attorno a Ferrara e Comacchio, viene condotta sul filo di intitolazioni, qualifiche professionali, fatti di scrittura e ornamentazione, per mettere in fila qualche punto e dare avvio allo studio dei notai ferraresi attraverso la forma e il tenore delle loro carte.
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