Attività sismica recente in Calabria Centro-Meridionale
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2010
Anno 2010_Numero 84 in copertina Percorsi di Daniela Troina Magrì (particolare) Coordinamento editoriale e impaginazione Centro Editoriale Nazionale | INGV Progetto grafico e redazionale Laboratorio Grafica e Immagini | INGV Roma
2011
La memoria sintetizza i risultati dello studio multidisciplinare di microzonazione sismica dell'area archeologica centrale di Roma comprendente il Colle Palatino, i Fori e il Colosseo. Il lavoro illustra dapprima la carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica (carta di livello 1), che suddivide l'area in differenti zone (stabili, instabili, suscettibili di amplificazione locale) sulla base di considerazioni qualitative riguardanti essenzialmente l'assetto litostratigrafico. Viene presentato, successivamente, il modello di sottosuolo finalizzato all'esecuzione di analisi numeriche di risposta sismica locale, propedeutiche per la stesura delle carte di microzonazione sismica di livello 3, e costruito sulla base di una estesa campagna di indagini eseguita nel 2010. Le analisi numeriche di risposta locale, delle quali si riportano alcuni risultati esemplificativi, hanno evidenziato modesti fenomeni di amplificazione locale, le cui conseguenze possono tuttavia essere importanti su beni archeologici e monumentali caratterizzati generalmente da una elevata vulnerabilità.
2017
La rete sismica temporanea installata dal gruppo operativo INGV SISMIKO a seguito del terremoto del 24 agosto 2016 tra i Monti della Laga e la Valnerina, è stata ampliata nel settore settentrionale a seguito dei forti terremoti avvenuti alla fine del mese di ottobre 2016. Successivamente alle due scosse di M<sub>w</sub> 5.4 e 5.9 che il 26 ottobre hanno interessato l'area al confine Marche-Umbria tra i Comuni di Castelsantangelo sul Nera (MC), Norcia (PG) e Arquata del Tronto (AP), la geometria della rete è stata estesa di circa 25 km verso nord con l'attivazione di ulteriori tre stazioni temporanee di cui una, da subito, disposta per la trasmissione dei dati in tempo reale e per l'inserimento nel sistema di sorveglianza sismica dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Un'ultima stazione è stata inoltre installata nei pressi di Campello del Clitunno in provincia di Perugia ad ovest della sequenza, a seguito del terremoto M<sub>...
In questo contributo vengono analizzate e criticamente rielaborate le conoscenze sulla tettonica recente e sulla sismicità delle Alpi Centrali, allo scopo di delineare un quadro di unione e di sintesi omogeneo ed aggiornato. Nell'ambito degli studi di tipo tettonico, è stata data particolare rilevanza all'analisi degli elementi strutturali e geomorfologici ritenuti significativi ai fini della comprensione della tettonica attiva. Gli elementi individuati sono stati poi classificati secondo i criteri di recente proposti dal GNDT (Galadini et al., 2000, questo volume). La classificazione ha presentato alcune difficoltà dovute alla mancanza di lavori finalizzati alla caratterizzazione dell'attività di faglie nel Pleistocene sup.-Olocene. Sono disponibili, invece, numerosi lavori di impostazione neotettonica nei quali lo studio delle strutture recenti è dettagliato per ampi intervalli temporali (es. l'intero Quaternario). L'individuazione e l'analisi degli elementi strutturali attivi in questa parte del territorio alpino presentano, infatti, oggettive difficoltà dovute alla concomitanza di una serie di fattori: (1) l'elevata complessità geologico-strutturale (eterogeneità laterale dell'assetto geometrico e litologico del substrato) dell'edificio alpino, prodotto dalle numerose fasi deformative di età pre-alpina ed alpina (2) la morfogenesi di tipo subaereo a partire almeno dal Neogene, legata al prevalere dei processi erosivi su quelli deposizionali; (3) la presenza discontinua di depositi continentali di difficile inquadramento cronologico; (4) l'elevata energia del rilievo, all'origine dei numerosi movimenti gravitativi profondi di versante, la cui espressione superficiale è spesso simile a quella di faglie attive; (5) l'accentuata variabilità climatica a partire almeno dal Pliocene superiore, cui è legato il susseguirsi delle numerose fasi di espansione e di ritiro glaciale e, infine, (6) i ridotti ratei di movimento delle strutture possibilmente attive.
MeteoWeb del 13 novembre 2012, 2010
Terremoti in Calabria, la sequenza sismica del Pollino: tettonica e sismicità dell'area martedì 13 novembre 2012, 09:43 di Redazione MeteoWeb http://www.meteoweb.eu/2012/11/terremoti-in-calabria-la-sequenza-sismica-del-pollino-tettonica-e-sismicitadellarea/163552/ di Paolo Balocchi -Lo sciame sismico che da mesi sta interessando il Pollino, tra Basilicata e Calabria, trova una spiegazione geologica nella tettonica attiva della regione Calabro-Peloritana. Infatti tale regione è collocata in corrispondenza di un piano di subduzione della Placca Africana che scende sotto quella Europea, favorendo l'accumulo di energia tettonica, liberata successivamente attraverso la riattivazione di faglie sismogenetiche (in grado di generare terremoti).

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