Papers by Giorgio S. Di Mauro

Sono passati quarantatre anni dalla pubblicazione della prima edizione delle mie ricerche sul "Bo... more Sono passati quarantatre anni dalla pubblicazione della prima edizione delle mie ricerche sul "Borgo feudale". Quando iniziai la ricerca insegnavo ai giovanissimi "priolesi" che parteciparono anche loro al mio lavoro in ossequio al dettato dei nuovi programmi per la scuola primaria sullo studio e tutela dell'ambiente. Erano gli anni '60. Gli anni della trasformazione da centro agricolo in centro industriale. Sollecitato dagli amici e dalla nuova realtà ho lavorato alla seconda edizione . Un grazie va al parroco Don Francesco Amato, che mi mise a disposizione la segreteria diretta dalla signorina Santina Piazza. Un grazie al Dott. Domenico Nigrelli che, oltre a mettere a mia disposizione la sua competenza nell'uso del computer, ha collaborato attivamente alla rilettura e alla stesura della nuova edizione. Tanti ricordi in questi anni. Le gite con l'amico Sebastiano Di Pietro per la documentazione fotografica sulle "Masserie e massari" della Sicilia sud-orientale, le gite con Carlo Bramanti alla ricerca dei siti archeologici, forti del mio incarico d'Ispettore Onorario alle Antichità ed Arte per i territori di Melilli e Priolo. Un grazie al presidente del Circolo "Tommaso Gargallo", Enzo Radino per l'amichevole sollecitazione a stampare la seconda edizione. Un grazie alle ricercatrici Campione Laura, Amoruso Maria, Carrera Antonella, soci della Cooperativa "Progresso Ibleo" a.r.l. di Ragusa. Un grazie alla signora Maria Piccione in Canto, dirigente dell'Ufficio Anagrafe ed Elettorale del Comune di Priolo Gargallo per la gentile e preziosa collaborazione. Un grazie particolare al Sindaco Massimo Toppi, all'Assessore comunale alla Pubblica Istruzione e Cultura, Nino Maltese, al dott. Giuseppe Fiducia, al sig. Francesco Garufi per aver permesso la realizzazione del libro. Giuseppe Mignosa 6 7 PREFAZIONE ALLA PRIMA EDIZIONE L'invito che cortesemente ci ha rivolto Giuseppe Mignosa, di tracciar qualche linea di prefazione al suo Priolo, ci ha (è il caso di dirlo?) riempiti di gioia. Facile, avanzare (come fra i prefattori è d'uso) riserve velate, quasi a preordinarsi una linea di ritirata dalla ... responsabilità del patrocinio. Facile, qui (ma giusto solo in prima immediata apparenza, come vi dirò) richiedere un metodo storico più esperto e raffinato; facile ancora (ma ingiusto, per chi conosce le difficoltà incontrate da Mignosa nel correr gli archivi di Sicilia) chiedere una euristica più perfettamente documentata (soprattutto per i primi tempi dell'età feudale). Diamo, invece, corso, proprio alla nostra gioia. Mignosa ha dato ai Priolesi quel ch'essi abbisognavano. Ha narrato le vicende del luogo natio con animo caldo di affetto: con la competenza, anche, dell'uomo cui tanto deve, per la zona, l'archeologia classica e quella cristiana; con lo zelo dell'ispettore delle antichità, che fa del suo grado onorario una missione ed un apostolato, senza risparmio di tempo, sacrificii, spese, fatiche. E, quel che più conta, ha vergato queste pagine mosso da un vero, concreto problema storico, postogli dall'urgere del fare pratico, secondo appunto (e per questo ho detto che ogni rimprovero del contrario sarebbe stato giusto solo in prima apparenza) lo spirito della più raffinata e concreta dottrina storcistica: quello di conoscere il passato della terra sua, ora proprio che il volgere dei tempi, la particolare congiuntura, in concreto, l'appuntarsi in quei luoghi dell'operare umano, quel più rapido ed energico attuarsi d'una struttura dello spirito -quella vitalistica, utilitaria in questo caso, nel suo aspetto economico -quella maggiore espressività (ci si consenta di mutuare questo termine alla biologia) di quella struttura, fa oggi di Priolo, da centro rurale, una cittadina (già una città?) industriale, con una trasformazione di tutto ciò a cui eravamo avvezzi. Mi si consenta ora qui rivolgere ai miei Priolesi (se la giurisdizione feudale è scomparsa nel selvaggio avvicendarsi dei tempi, non rimane forse nella nostra coscienza morale il dovere d'aiutare e consigliare per quanto io possa, come un tempo? Chè le leggi possono prescrivere le prerogative, ma il nostro cuore non può abdicare ai suoi doveri -ed, anche se la natura vi ha fatto fratelli, non vi ha fatto forse figli la storia?) non voglio dare un monito, ma una avvertenza. 8 Quella tecnica che viene a Priolo, voi non la dovete apprendere meccanicamente, estrinsecamente. Dovete (non è facile) raffinare in voi la coscienza di quel che tecnica sia. Solo così voi non cadrete nella routine degli imitatori e degli esecutori, ma vi potrete porre alla testa del movimento, divenendo, (vecchio ribelle spirito brigantesco di quella che i buoni Siracusani chiamano con un fremito di bennato orrore <<gente di feudo», qui anche tu puoi servire, come sempre al creare serve un pizzico delle vecchie selvaggie virtù originarie, di <<generosa barbarie»!), divenendo, voi, creatori; non materia di storia contadiname senza storia presso cui ha riparato il capitale del Nord per trovar facilitazioni e mano d'opera a basso costo (ah no!) ma soggetto della storia nostra, operante di vostra iniziativa, per vostra forza. A questo valgano le parole di Mignosa, a illuminare con la conoscenza del vostro passato il vostro agire d'oggi nel vostro nuovo compito. Quando leggerete le antiche diuturne lotte ed intrighi con cui, riuniti, annodati i vassalli attorno al barone, Priolo riuscì a difendere la propria qualità di feudo <<nullius territorii», di feudo diretto, cioè, in cui il rapporto andava immediatamente dal feudatario al Re, la propria indipendenza, dunque, e da Siracusa e da Melilli, quell'antico feudale spirito d'indipendenza (seme di libertà) aleggi oggi in voi, nel difendere la vostra indipendenza dagli usi, dai costumi, dalle forze che vengono da fuori. Accoglieteli, sì, come nuove esperienze, con aperto animo, con sveglia mente. Ma per impadronirvene e foggiarli a vostra guisa, non per esserne servi.! Troppo gravi parole? Certo. Ma da lungo tempo mi pesavano sul cuore, da lungo tempo volevo parlarvene. Quale migliore occasione di questa ?
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